mercoledì 20 maggio 2015

Chartplotter/display multifunzione GO7 Simrad



Simrad go 7

Chartplotter/display multifunzione GO7 Simrad

cod. # 000-11830-001
Godetevi la vostra navigazione come non avete mai fatto con il chartplotter/display multifunzione GO7 Simrad. GO7 è uno strumento ideale a bordo di gommoni rigidi e imbarcazioni sportive e offre una gamma di funzioni, da quelle relative alla navigazione, al monitoraggio del motore fino al controllo del vostro sistema audio di bordo. Fornito dotato di funzioni, questo display compatto contiene GPS integrato, tecnologia sonar comprovata per rilevamento profondità e pesci e funzionalità wireless GoFree, tutto in una semplice ma altamente personalizzabile interfaccia touchscreen.

Caratteristiche Principali

  • Interfaccia multi-touch facile da usare
  • Chartplotter completo di funzioni con il più ampio supporto cartografico disponibile
  • Semplice gestione dei waypoint
  • Display da 7 pollici montato a incasso, su staffe o piatto
  • Chiara retroilluminazione LED per la visione diurna
  • Ricevitore GPS da 10 Hz ad alta velocità
  • Pagina di navigazione imbarcazioni a motore/da crociera
  • Sonar a banda larga con CHIRP
  • DownScan Imaging™
  • Funzionalità Wi-Fi integrata
  • Predisposizione cloud GoFreeTM
  • Compatibile con NMEA 2000® 
  • Overview


Simrad go 7
Display multi-touch facile da usare
GO7 offre una facilità d’uso simile a un tablet, con controlli touchscreen intuitivi che includono la funzione “pinch to zoom” (pizzica per zoomare) e un funzionamento similare agli altri noti display multifunzione Simrad. Un chiaro layout menu con icone semplici rende tutte le funzioni e le schermate del display rapidamente e facilmente accessibili.
Navigazione con chartplotter e gestione waypoint
GO7 è un chartplotter completo di funzioni dotato del supporto per la più ampia gamma disponibile di opzioni cartografiche, includendo le carte C-MAP® MAX-N, Navionics®, Insight®, Insight Genesis® e NV Digital®. Navigate fiduciosi verso le destinazioni vicine e lontane, con la flessibilità di poter scegliere le carte più adatte alle vostre necessità e alla vostra posizione.
Impostate e registrate facilmente queste destinazioni  con una semplice gestione dei waypoint: GO7 rende più facile contrassegnare i waypoint con un semplice tocco e assegnare loro nomi significativi che facilitano la ricerca della vostra destinazione desiderata, sia che ne abbiate indicate dieci o migliaia.


Interfaccia completamente personalizzabile
GO7 Simrad è completamente personalizzabile per adattarsi alla vostra imbarcazione e alle vostre attività preferite sull’acqua. Personalizzate la vostra schermata home con l’accesso rapido alle funzioni che utilizzate di più e scegliete il vostro sfondo. Visualizzazioni a schermo diviso regolabili e layout riquadro personalizzabili vi permetteranno di vedere tutto ciò che volete, tutto insieme, sullo schermo, indipendentemente dalla vostra attività.
Ricevitore GPS da 10 Hz integrato*
Con un ricevitore GPS ad alta velocità che aggiorna la vostra posizione dieci volte al secondo, GO7 Simrad è idealmente adatto da utilizzare a bordo delle imbarcazioni a motore veloci. Guardate i movimenti della vostra imbarcazione tracciati semplicemente, precisamente e in tempo reale, senza “saltare” da un punto all’altro sul display.
Pagina di navigazione unica per imbarcazioni a motore
Progettato pensando alle imbarcazioni a motore, GO7Simrad offre una pagina di navigazione unica per barche a motore/da crociera che include le informazioni di navigazione più importanti in un singolo display facile da leggere.
Simrad go 7

Simrad go 7

Simrad go 7

Monitoraggio e strumentazione motore NMEA 2000®  
GO7 Simrad si collega a qualsiasi attrezzatura con predisposizione NMEA 2000® a bordo della vostra imbarcazione, inclusi i motori fuoribordo ed entrobordo, i misuratori del livello di combustibile e i flussometri, i sensori di velocità, direzione e temperatura dell’acqua e molto altro. Create i vostri display digitali personalizzati delle strumentazioni, che vi forniscono svariate informazioni anche nel cruscotto più affollato, mantenendo una visualizzazione chiara con il minor numero possibile di indicatori.
Guardate la vostra profondità con il sonar integrato
Conoscere la reale profondità sotto al vostro scafo può aiutarvi a farvi godere la navigazione con meno preoccupazioni e a rendere più semplice localizzare postazioni di ancoraggio adeguate in acque non conosciute. Con il sonar integrato di GO7 Simrad, basta aggiungere uno dei nostri trasduttori HDI (venduto separatamente o in combinazione) per una tracciatura della profondità accurata e in tempo reale. Una visualizzazione scorrevole dello storico delle profondità vi permette di controllare i dati passati e di impostare facilmente i waypoint per le postazioni di ancoraggio localizzate, mentre il Downscan ImagingTM vi offre una visualizzazione fotografica del fondale sotto la vostra imbarcazione. 
Trovate i pesci con CHIRP e Downscan ImagingTM
Sia che la pesca sia la vostra vita o un hobby casuale, qualsiasi battuta di pesca potrà usufruire della tecnologia del sonar integrato di GO7 Simrad. Aggiungete un trasduttore adeguato (venduto separatamente) e GO7 Simrad funzionerà come un potente fishfinder, grazie al sonar a banda larga con predisposizione CHIRP per una chiara rilevazione dei pesci nella colonna d’acqua. Con uno dei nostri trasduttori HDI, GO7 Simrad offre anche Downscan ImagingTM, per una visualizzazione fotografica della struttura dove si nascondono i pesci sotto alla vostra imbarcazione.


Integrazione audio SonicHub® e bluetooth Simrad
Se la musica è una parte fondamentale della vostra esperienza di navigazione, il nostro sistema audio marino SonicHub® è il compagno perfetto per il display di GO7 Simrad. Offrendo lo streaming bluetooth da tablet, smartphone e altri dispositivi mobili, radio AM/FM integrata e UNI-Dock impermeabile opzionale, SonicHub®  controlla interamente il vostro intrattenimento audio sul display GO7per un timone libero e integrato.
Predisposizione cloud GoFree con Wi-Fi integrato
Con il Wi-Fi integrato, GO7 Simrad fornisce un accesso diretto ai nostri servizi cloud GoFree per pratici download wireless di mappe, aggiornamenti software e altro.
Sia dal vostro Wi-Fi di casa quando l’imbarcazione è posteggiata nel vostro vialetto, sia dal Wi-Fi della vostra marina o tramite collegamento al vostro smartphone sul lago, potete accedere ai servizi cloud GoFree dovunque abbiate un collegamento a internet.
In navigazione, GoFree collega GO7 Simrad ai vostri dispositivi mobili, riproducendo la schermata del vostro display sul vostro smartphone e fornendovi il controllo remoto dal vostro tablet con l’applicazione GoFree Controller.
Simrad go 7

*Il ricevitore GPS integrato di GO7 funziona in qualsiasi installazione su staffe e, quando montato a incasso, con la maggior parte degli scafi in vetroresina. Quando montato a incasso su imbarcazioni con scafi in metallo, può essere necessario un ricevitore GPS esterno come GS25 di Simrad.
 - See more at: http://www.todarosport.com/257/simrad-go-7.html#sthash.pFTRfrB1.dpuf

giovedì 14 maggio 2015

shimano twinpower 2015


Nuovo mulinello shimano Twin Power Shimano 2015
Il nuovo Twin Power soddisfa le esigenze dei migliori pescatori. Le caratteristiche principali sono la rigidità, la resistenza degli ingranaggi e la resistenza all’acqua. Il corpo rigido Hagane genera robustezza e resistenza agli impatti, oltre ad eliminare la flessibilità del corpo. La potenza che il pescatore imprime sulla manovella viene trasferita direttamente agli ingranaggi senza dispersione. Gli ingranaggi Hagane sono realizzati in alluminio forgiato a freddo senza modificare la struttura dei denti degli ingranaggi. Gli ingranaggi ultra-robusti garantiscono una fluidità che dura nel tempo, resistenza e potenza anche sotto sforzo se messi alla prova da grandi pesci. Coreprotect protegge il mulinello dall’intrusione dell’acqua nel rotore e nel corpo, permettendo agli ingranaggi interni di lavorare sempre come se fossero nuovi. Questo mulinello può sopportare per anni l'uso a cui è dedicato grazie alle sue caratteristiche di resistenza, meccanica di precisione e innovazione. 
 Nuovo mulinello shimano Twin Power Shimano 2015
  • Ingranaggi e Corpo Hagane per sopportare le condizioni più estreme.
  • X-ship per una Potenza di recupero potenziata e rotazione fluida anche sotto sforzo.
  • Oscillazione Aerowrap II per un bobinamento del filo superiore.
  • G-Free body per un migliore bilanciamento del mulinello.
  • Bobina leggera AR-C in alluminio forgiato a freddo.
  • COREPROTECT per evitare l’infiltrazione dell’acqua all’interno del mulinello.
  • Rigid Support drag per stabilizzare la bobina quando si pesca con frizione leggera
  • Cuscinetti Shielded A-RB per la massima fluidità.
  • Archetto monopezzo per una perfetta gestione del filo
  • Manovella in alluminio screw in

venerdì 17 aprile 2015

Ultramarine New RIP


La “NEW RIP 1/3 OZ F” è stata concepita e studiata per i pescatori che amano le canne potenti, sensibili ma allo stesso tempo leggere. Per apprezzare le sue qualità balistiche, è meglio essere dotati di una buona tecnica di lancio ma, nonostante ciò, rimane alla portata di tutti, perché si tratta di una canna reattiva e ottimamente bilanciata, sfruttabile anche con semplici lanci in stile side. Questa canna nasce per pescare, da qui prende spunto la lettera “F” posta alla fine del nome che sta per indicare la parola “Fishing”, “da pesca” per l’appunto, quindi, non può e non deve essere paragonata alle canne da pedana, che, essendo destinate ad altri scopi, necessitano di caratteristiche completamente differenti.
La “NEW RIP 1/3 OZ F” durante i numerosi test, ha dimostrato di sapersi adattare a qualunque tipologia di spiaggia, infatti, è stata provata in diverse spiagge Italiane e straniere, regalando in ogni occasione ottima pescata. La “NEW RIP 1/3 OZ F” è una due pezzi con le sezioni asimmetriche: il manico è leggermente più lungo della vetta, per una lunghezza totale di circa 4 m. Nonostante l’asimmetria di base, la vetta si dimostra veramente sensibile e, quindi, capace di trasmetterci tutto quello che accade alle nostre esche. Il montaggio degli anelli è disponibile nelle versioni da rotante o da fisso. La “NEW RIP 1/3 OZ F” è stata provata in spiagge che presentano caratteristiche completamente differenti sia per profondità sia per granulometria e, in ogni occasione, ha reso evidenti tutte le sue qualità. La sensibilità della cima della “NEW RIP 1/3 OZ F”, si apprezza meglio durante il recupero dei pesci, infatti, asseconda ogni singola fuga. In conclusione, siamo di fronte ad un’ottima canna da pesca, in grado di divertire in ogni occasione e su qualunque spiaggia si desideri pescare. La “NEW RIP 3/6 OZ F” è stata concepita e studiata per i pescatori che amano le canne potenti, sensibili ma allo stesso tempo leggere. Per apprezzare le sue qualità balistiche, è meglio essere dotati di una buona tecnica di lancio ma, nonostante ciò, rimane alla portata di tutti, perché si tratta di una canna reattiva e ottimamente bilanciata, sfruttabile anche con semplici lanci in stile side. Questa canna nasce per pescare, da qui prende spunto la lettera “F” posta alla fine del nome che sta per indicare la parola “Fishing”, “da pesca” per l’appunto, quindi, non può e non deve essere paragonata alle canne da pedana, che, essendo destinate ad altri scopi, necessitano di caratteristiche completamente differenti.
La “NEW RIP 3/6 OZ F” durante i numerosi test, ha dimostrato di sapersi adattare a qualunque tipologia di spiaggia, infatti, è stata provata in diverse spiagge Italiane e straniere, regalando in ogni occasione ottima pescata. La “NEW RIP 3/6 OZ F” è una due pezzi con le sezioni asimmetriche: il manico è leggermente più lungo della vetta, per una lunghezza totale di circa 4 m. Nonostante l’asimmetria di base, la vetta si dimostra veramente sensibile e, quindi, capace di trasmetterci tutto quello che accade alle nostre esche. Il montaggio degli anelli è disponibile nelle versioni da rotante o da fisso. La “NEW RIP 3/6 OZ F” è stata provata in spiagge che presentano caratteristiche completamente differenti sia per profondità sia per granulometria e, in ogni occasione, ha reso evidenti tutte le sue qualità. La sensibilità della cima della “NEW RIP 3/6 OZ F”, si apprezza meglio durante il recupero dei pesci, infatti, asseconda ogni singola fuga. In conclusione, siamo di fronte ad un’ottima canna da pesca, in grado di divertire in ogni occasione e su qualunque spiaggia si desideri pescare.


mercoledì 11 marzo 2015

Lowrance regala la cartografia Navionics


Prodotti rientranti nell’offerta

Numeri di componenti
Modelli
000-10763-001
HDS-7 GEN2 Touch
000-11527-001
HDS-7 GEN2 Touch with 83/300 and StructureScan Transducer
000-10762-001
HDS-7M GEN2 Touch
000-10769-001
HDS-9 GEN2 Touch no transducer
000-11526-001
HDS-9 GEN2 Touch with 83/200 and StructureScan transducer
000-10768-001
HDS-9m GEN2 Touch
000-10774-001
HDS-12 GEN2 Touch no transducer
000-11525-001
HDS-12 GEN2 Touch with 83/200 and StructureScan Transducer
000-10773-001
HDS-12m GEN2 Touch no transducer
* L’offerta è disponibile solo su Gen2 Touch HDS 7,9 e 12 acquistati in primavera 2015.
L’offerta non può essere cumulata con altre offerte e non vi è alcuna alternativa monetaria.
Con ogni ordine riceverete un chip di download Small Gold Navionics, che vi consentirà di scaricare la carta che avete scelto da www.navionics.com. Navico si riserva il diritto di ritirare questa offerta in qualsiasi momento e l’offerta è soggetta a disponibilità.
L’offerta si applica solo a tutti gli acquisti effettuati in Europa.





Free chart with Lowrance


Cosa fare per ricevere la carta Navionics gratis:

  • Acquistare nella primavera del 2015 uno o più prodotti rientranti nell’offerta.
  • Con ogni acquisto riceverete un chip di download Small Gold.
  • Inserite la scheda nel PC ed effettuate il login sul sito Internet Navionics www.navionics.com, dove potrete scaricare gratuitamente le aree di copertura Small Gold a vostra scelta.

sabato 28 febbraio 2015

Colmic f1 spider


L F1 della Colmic è il top line da usare come lenza madre nel match fishing, sviluppato da Jacopo Falsini e il Team Colmic per la competizione e commercializzato da Colmic per soddisfare le necessità dei pescatori più esigenti. Il nome indica proprio questo passaggio, simile al trasferimento di tecnologia che avviene nell’industria automobilistica. Infatti, nell’agonismo, al pari che nella F1 vengono sviluppate le innovazioni, che poi saranno la base su cui costruire i prodotti top di gamma, appunto spider e gran turismo. Questo monofilo coniuga il polimero NXGEN con i materiali top quality usati nell’agonismo. Il risultato è il filo più indicato per match fishing e fishery. 



sabato 14 febbraio 2015

Come funziona l'ecoscandaglio

Se negli anni cinquanta e per buona parte degli anni sessanta i leggendari pescatori di mestiere riuscivano a conoscere bene i fondali marini, su cui deponevano i loro attrezzi professionali, grazie alla loro notevole esperienza, maturata in anni ed anni di duro lavoro, fortunatamente oggi, «vedere» il fondo marino non è più così impegnativo. Non è più necessario avvalersi di particolari esperienze oppure mettersi la maschera e le pinne ed immergersi nel sottocosta o, addirittura, usare come una volta un rudimentale scandaglio che era costituito da una piccola cima e da una semplice sonda di piombo sulla cui base veniva cosparso del sapone o del grasso animale per farvi aderire la sabbia o altro materiale. In questi ultimi anni sono cambiate tante cose. Con l'avvento e con l'evoluzione della tecnologia elettronica navale applicata nel campo della navigazione e della pesca, sono stati fatti veramente dei passi da gigante con l'introduzione e l'utilizzo dell'ecosonda elettronica ad ultrasuoni, meglio conosciuta come ecoscandaglio marino. Originariamente impiegato nelle ricerche idrografiche per scopi scientifici, geografici e militari, oggigiorno l'ecoscandaglio si rivela uno straordinario strumento alla portata di tutti, per la sua grande utilità nel rilevare e analizzare la batimetria dei fondali marini: dalle aree portuali a quelle costiere, e come accessorio indispensabile sia per il pescatore professionista che per quello dilettante. In aggiunta a queste peculiarità ce n'è un'altra non meno importante, da non sottovalutare: il suo costo risulta abbastanza contenuto, grazie alla diffusione e alla capillare commercializzazione cui è soggetto da quando è comparso Lsul mercato dell'accessoristica nautica a livello mondiale. È in sostanza un comune apparato elettronico, dotato di tasti e di un monitor, attraverso il quale si riesce a «leggere» il fondo marino, la sua natura, se vi sono ostacoli o bersagli che si interpongono tra la sonda, parte integrante dello strumento, ed il fondo marino stesso. Cercheremo di capirlo meglio: in tutte le parti che lo compongono, in tutte le sue funzioni e in quello che riesce a fornire, nell'evidenziare i dettagli e i particolari che oggigiorno si rivelano di importanza fondamentale per la ricerca di relitti, secche, scogliere isolate, particolari substrati e, dulcis in fundo, per i pesci!



Gli elementi primari dell'ecoscandaglio ed il suo funzionamento
Dunque l'ecoscandaglio, come qualsiasi apparato elettronico che deve mostrare un'immagine a prescindere dal sistema impiegato, si compone di tre elementi fondamentali: il trasmettitore, il ricevitore/amplificatore e il trasduttore. I primi due sono all'interno di un box che viene posizionato in genere nella plancia di guida dell'imbarcazione, mentre il trasduttore viene fissato sullo scafo e collegato al box tramite un cavo apposito. Nel momento in cui si attiva elettricamente lo strumento, il trasmettitore invia una piccola quantità di energia elettrica verso il trasduttore che, per un effetto di elettrostrizione, la commuta in impulso sonoro lanciandolo verso il fondo marino. Appena l'impulso raggiunge il fondo si produce un effetto eco ed il segnale viene rimbalzato verso l'alto ritornando al trasduttore. A questo punto avviene l'effetto inverso: sempre per elettrostrizione, succede che la eco si riconverte in energia elettrica. Nella fase di ritorno, il segnale risulterà notevolmente indebolito, ma il ricevitore dello strumento si farà carico per amplificarlo ed inviarlo al sistema di esposizione che appare sullo schermo. Ed è proprio su questo che avviene la «lettura», che è tanto più fedele, nel senso che appare più nitida, più incisa, più precisa, con un maggior potere risolutivo espresso su ogni punto tracciato, tanto più è qualitativamente valido e di conseguenza sofisticato l'apparecchio. In sintesi, il principio resta fondamentalmente quello di ottenere graficamente quello che succede sotto lo scafo della nostra imbarcazione: cosa compare sul fondo e nello strato intermedio d'acqua. Oggi, a differenza di una quindicina di anni fa, si può acquistare un ecoscandaglio decentemente valido a dei prezzi convenientissimi, grazie anche alla sfrenata concorrenzialità che sussiste sul mercato tra i vari produttori mondiali di questi strumenti, per la cui costruzione vengono impiegate le stesse tecnologie e la stessa miriade di componenti elettronici. Da ciò ne consegue che, in fondo, la differenza sostanziale tra una serie di apparati e tra un modello e l'altro è veramente minima.

Gli ecoscandagli di ieri e di oggi
Mi ricordo che verso la fine degli anni settanta, chi possedeva un ecoscandaglio tra la folta schiera dei pescatori era come un privilegiato; detenere una scatola magica per trovare i pesci, era un pò come usufruire di uno status symbol della categoria. Ma spesso e volentieri, di questi «pescatori», erano ben pochi quelli che sapevano usare questo autentico marchingegno in modo veramente ottimale.
Vuoi perché la cosiddetta «lettura grafica» era di difficile interpretazione, oppure perché il suo uso si basava su concetti, ragionamenti e, non per ultimo, sullo spirito di ricerca e di esplorazione, che richiedevano molto tempo a disposizione per essere messi in pratica, succedeva che alla fine, l'ecoscandaglio restava a far bella mostra di sé sulla plancia in posizione off, ossia spento! Di solito i pescatori di mestiere difficilmente perdevano il loro tempo prezioso alla ricerca di qualche relitto o di qualche scoglio... miracoloso! E così, molti ecoscandagli pronti per entrare in funzione, venivano usati pochissimo o sotto utilizzati mentre altri, invece, erano destinati a consumare un'infinità di rotoli di carta.
I primi apparecchi comparsi sul mercato sono stati quelli a flasher, che per mostrare l'immagine si servivano di uno schermo circolare trasparente, su cui erano disegnate le scale, e di una lampadina che vi lampeggiava nel retro. Ai flasher, sono seguiti gli scriventi, nei quali uno o più pennini elettrici hanno sostituito la lampadina, e con i quali viene segnata la carta fatta avanzare molto lentamente da un motorino. Altri, addirittura, si sono presentati, sempre sullo stesso principio di «battuta» circolare flasher-pennino, a doppia funzione: video e grafica con opzione del risparmio carta, ossia si poteva disinserire la parte grafica. Naturalmente, certi apparecchi erano a valvole, grossi, forse più di una comune scatola da scarpe, pesanti ed ingombranti, ma ebbero un notevole successo. Nel tempo, questi apparecchi hanno subìto delle modifiche e delle migliorie tecniche di non poco conto, con l'avvento dei transistor sono stati avviati i processi di miniaturizzazione che hanno consentito di ridurne notevolmente le dimensioni e di migliorarne le prestazioni sotto ogni profilo. Poi, la svolta decisiva l'ecoscandaglio l'ha avuta con la comparsa dei microprocessori e del computer, con i quali si è integrato ed è diventato l'eccellente apparecchio che conosciamo ancora oggi con le sue strabilianti prestazioni. E così, inesorabilmente nel tempo, il progresso, incalzando sotto il segno del profitto industriale, a certi apparati scriventi ne ha uniti altri: una miriade di modelli e di marche più variegate, dotati di schermi tipo video, con tubo catodico a colori, e video LCD, comunemente conosciuti come a cristalli liquidi. Poi a funzione integrata: Loran-eco-plotter, GPS-eco-plotter, ecc., ma la sostanza fondamentale è sempre stata la stessa: «vedere» nel migliore dei modi, nel modo più semplificato possibile, cosa accade in quel misterioso settore di mare che noi stiamo esplorando per la ricerca dei tanto agognati pesci.

La propagazione del suono nell'acqua e la potenza di un ecoscandaglio
È noto che il suono si propaga ottimamente nei fluidi, come nel caso dell'acqua, sotto forma di onda sonora. La stessa e identica propagazione la ottiene il nostro strumento che, tramite il trasduttore, produce l'onda sonora, generata da un impulso o emissione sonica con un processo di oscillazione, del quale un aspetto rilevante è la frequenza, che è data dal numero di onde prodotte in un secondo. Questo numero viene classificato in cicli o hertz; mille oscillazioni al secondo corrispondono ad un chilohertz.
Gli ecoscandagli a bassa frequenza lavorano mediamente sui 50 chilohertz, mentre quelli ad alta frequenza sui 200 chilohertz, ma si possono avere frequenze intermedie o decisamente diverse, come nel caso del recentissimo Humminbird 3 D che ha una frequenza di ben 455 chilohertz. L'intensità del suono, o meglio la variabile dell'ultrasuono prodotto, è strettamente dipendente dalla potenza dello strumento emittente. Questa viene misurata in watt e può essere dichiarata come potenza di picco oppure come potenza al trasduttore. Il rapporto fra potenza di picco e potenza al trasduttore è di otto a uno, cioè un apparecchio con 1.600 watt di picco dispone di 200 watt di potenza al trasduttore.

La frequenza di lavoro
Supponiamo di trovarci sempre al fatidico momento dell'acquisto: lo strumento va bene, tuttavia sussiste l'indecisione sul trasduttore. Quale frequenza scegliamo: bassa, da 50 kHz, o alta, da 200 kHz? Innanzitutto occorre fare una distinzione sull'uso dello strumento, nel senso che in funzione di una determinata pratica di pesca, è necessaria una certa lettura più o meno delimitata della porzione del fondo interessato. Farò un esempio banale ma significativo. Dunque, se nella pesca a bolentino vogliamo ricercare uno scoglio piccolo, una fossata stretta oppure un rilievo a picco, particolarmente stretto, opteremo per una sonda o trasduttore ad alta frequenza da 200 kHz a «cono stretto», con trasduttore ad alta frequenza da 8° a 20°. Se invece la porzione di fondo da leggere, per le nostre esigenze di traina, si deve estendere per logiche questioni operative, opteremo per un trasduttore a bassa frequenza da 50 kHz con un cono ad angolazione di 45°. Cerchiamo di capire questo discorso dal punto di vista tecnico, entrando nei dettagli. Come già accennato, il suono si propaga nell'acqua sotto forma di onda sonora alla velocità di circa 1.500 metri al secondo e la sua frequenza e la velocità di propagazione ne determinano la lunghezza d'onda. Un ultrasuono che ha una frequenza di 50 kHz ha in acqua un'onda di tre centimetri, mentre un ultrasuono che ha un'oscillazione di 200 kHz, nello stesso mezzo, ha una lunghezza d'onda di soli 7,5 millimetri. Questi valori sensibilizzano la risoluzione, che è in sostanza l'elemento primario con capacità di separare i bersagli l'uno vicino all'altro. Questo avviene logicamente in verticale, in quanto la quasi totalità degli apparecchi presenti sul mercato fornisce un'immagine a due dimensioni di una realtà che invece ne ha tre. Pertanto, in virtù di quanto è stato esposto, per ottenere una migliore risoluzione dei bersagli converrebbe optare per un'alta frequenza di lavoro, ossia per 200 kHz. Tuttavia, anche per l'alta frequenza esiste un rovescio della medaglia: un minore potere penetrativo del fascio di ultrasuoni, tempi di emissione decisamente più lunghi rispetto alle basse frequenze e di conseguenza, in certi casi, una discreta perdita del potere risolutivo. Comunque, a prescindere da certe finezze tecniche, senza dilungarci oltre e per non confonderci le idee, entrambe le frequenze vanno egregiamente bene per i nostri scopi alieutici.

La scelta degli ecoscandagli
Ritornando al momento dell'acquisto del nostro strumento, si pone un altro problema; con quale schermo lo sceglieremo: a colori, a cristalli liquidi oppure scrivente a carta? Analizzeremo i pro e i contro di ogni singolo strumento facendone le dovute considerazioni.
Iniziamo dagli ecoscandagli a colori. Uno schermo a colori, con le sue varie gradazioni di colore e di tonalità, si presenta come un apparato ricco di funzioni e molto valido per certi aspetti: eccellente definizione delle discriminazioni del fondo; ottimo riconoscimento dei pesci, grazie alle varie tonalità cromatiche presenti specialmente nei modelli professionali; lettura brillante nelle operazioni notturne; versatilità d'uso; possibilità di integrazione con altre funzioni e con altri sistemi tipo Loran, GPS e Videoplotter. Di contro, gli schermi a colori denotano: una scarsa visione delle immagini (specialmente se vi convergono i raggi del sole) durante l'utilizzo in ore diurne ed in questo caso gli oscuratori servono a ben poco; mancanza di elaborati e tracciati registrati su carta, su cui talvolta si rende necessaria la conservazione di particolari zone di pesca o di dettagli molto importanti. Quelli a cristalli liquidi conosciuti come LCD, sono molto versatili, come dimostra l'incredibile numero di funzioni di cui dispongono, inoltre sembrano suscettibili di ulteriori interessantissimi sviluppi. Negli ecoscandagli a cristalli, la definizione dei pesci e del fondo risulta abbastanza buona grazie al buon numero di pixell introdotti nello schermo stesso: circa duecento in verticale. Questi «quadratini» rispondono egregiamente a livello grafico per le esigenze dei pescatori sportivi. Inoltre, certi apparati si rivelano molto pratici in quanto non hanno l'inconveniente del cambio della carta e mantengono i costi molto contenuti. Di contro, gli schermi LCD dispongono di una definizione decisamente inferiore rispetto a quelli di tipo scrivente a carta e a quelli a colori; comunque le recenti tecnologie, applicate a questi strumenti, ne hanno fatto ridurre notevolmente le differenze qualitative. Gli ultimi, quelli di tipo scrivente, si uniscono a quelli a colori per la loro grande versatilità in impieghi professionali, e per certi aspetti si rivelano anche migliori, specialmente nell'evidenziare i particolari, spesso arricchiti da elevate definizioni, tutti registrati accuratamente su carta. Di contro, per gli scriventi è necessaria la periodica e noiosa sostituzione del rotolo di carta durante l'uso, che, guarda caso, spesso si rende necessaria sul più bello dell'azione di pesca. E poi, in aggiunta a questo, si denota anche una certa usura di alcuni organi meccanici interessati al trascinamento.     Comunque, a prescindere da queste problematiche che sono peraltro relative, personalmente preferisco proprio quest'ultima soluzione, visto che per anni ho «lavorato» senza problemi con apparecchi di questo tipo.

Il posizionamento del trasduttore sullo scafo
Al momento di montare il trasduttore sulla carena, per ottenere un miglior passaggio degli ultrasuoni, sarebbe opportuno forare lo scafo nella zona centro-poppa e sistemare il trasduttore all'esterno, a diretto contatto con l'acqua. Ma fare i fori in barca e specialmente sullo scafo, come sappiamo, non piace a nessuno, e poi, questa soluzione, pur sembrando la migliore, può creare degli effetti indesiderati specialmente in navigazione; si possono urtare dei relitti galleggianti con effetti talvolta deleteri, inoltre la testa del trasduttore, quando è immersa in acqua, crea un certo attrito alle velocità sostenute, e poi ancora, si può danneggiare il corpo allorquando si compiono le operazioni di varo e di alaggio.
Questo problema si risolve benissimo se la carena della nostra imbarcazione è di vetroresina e a sezione unica, e cioè deve essere esente da interposizioni varie di altro materiale, ad esempio tipo sandwich. Quindi usufruendo di una sezione in blocco unico di resina, è necessario creare al nostro trasduttore, dalla parte interna della carena, un piccolo contenitore cilindrico che deve contenere acqua o olio di vaselina.

Questo contenitore viene in genere costituito da uno spezzone di tubo in plastica o in PVC che deve essere correttamente sigillato allo scafo con resina o silicone e mantenerne il parallelismo col pelo libero dell'acqua. Un tappo di plastica filettato o di tipo a pressione, opportunamente forato al centro per il passaggio dello stelo del trasduttore, avrà poi il compito di sostenere il tutto e di evitare, a causa dei rollii, la fuoriuscita del liquido. Praticamente in questo caso, il fascio di ultrasuoni emesso dal trasduttore nel contatto diretto acqua-vetroresina-acqua o vaselina, trasmette e riceve ottimamente il segnale, ma subisce una lieve perdita di potenza di circa il 5% peraltro compensata dalla potenza dello strumento. Negli scafi in legno la sistemazione interna del trasduttore non è possibile; in quanto a causa della particolare densità e fibrosità del materiale, il segnale ne risulta fortemente compromesso. Pertanto, in questo caso, la soluzione esterna si evidenzia decisamente migliore. All'occorrenza, vengono comunque applicate delle piccole mensole a poppa che si rivelano più o meno funzionali.

Come si «legge» un monitor

Immaginiamo di andare a fare una battuta di pesca con la nostra ipotetica imbarcazione, e appena fuori dal porto, con la barca in navigazione a velocità di dislocamento, attiviamo il nostro ecoscandaglio posizionandolo in automatico. Via via che andremo verso il largo, sul monitor apparirà una linea a carattere grafico che naturalmente scenderà per evidenziarci la cosiddetta «cigliata» che sta digradando verso il fondale. Ad ogni punto registrato che comparirà dalla parte destra dello schermo, che sia esso di tipo scrivente, a cristalli liquidi (LCD) o a tubo catodico a colori, corrisponderà un valore numerico espresso in piedi o in metri, attraverso il quale verificheremo costantemente le varie profondità. L'altezza dello schermo è variabile, secondo il modello impiegato: di solito dai 10 ai 20 centimetri. Rileveremo a un certo punto una «impennata» grafica allorquando l'ultrasuono rimbalzerà su una secca, su una scogliera rocciosa, su un relitto, ecc. Il tracciato sarà tanto più marcato (in nero se scrivente o in rosso se a colori) tanto più l'eco rivelerà la solidità del bersaglio; e addirittura, sotto il grafico che visualizza il fondo, verrà riprodotta una doppia o una tripla eco; questo effetto lo otteniamo agendo sull'incremento di potenza che regola l'emissione del suono. Questa manopola o tasto è chiamato anche guadagno (sensitivity), la cui regolazione, se viene abbinata all'altro dispositivo chiamato «white line» o «grey line» (linea bianca o linea grigia), ha il potere di «staccare» i pesci o altri dettagli dal fondo. Passando sopra un banco di pesci, i segnali sullo schermo ci evidenzieranno alcune aggregazioni, come delle macchie puntiformi, che saranno tanto più dense e scure tanto più è grosso il banco di pesci rilevato. Quando il banco di pesci assume un aspetto fusiforme, sopra una secca o nelle strette vicinanze della stessa, significa con buona probabilità che un pesce predatore è situato a breve distanza. Se saremo fortunati, nel nostro passaggio, noteremo il predatore sotto forma di una V rovesciata piuttosto pronunciata. E un consiglio per gli appassionati di traina: a buon intenditor poche parole. Se la natura del fondale su cui noi stiamo scandagliando è di tipo fangoso, noteremo che l'eco sullo schermo apparirà più debole. Il segnale sarà maggiormente assorbito dal fondo e di conseguenza meno riflesso. A questo punto occorrerà incrementare ancora il guadagno per ottenere, se ce ne sono, i dettagli desiderati. Le posidonie, così come altre discriminazioni del fondo, verranno marcate in modo più o meno comprensibile a seconda della sensibilità e della qualità dello strumento usato. Ad esempio, nel modello X 16 della Lowrance, uno scrivente ad altissima definizione grafica, si notano addirittura, bene incisi, i filamenti dei «ciuffi» di posidonie a varia grandezza! Comunque, la padronanza, la pratica e la conoscenza del proprio strumento sono la risposta migliore ad ogni interrogativo che si pone per ogni fase operativa. Gli ecoscandagli attuali, da autentici computer di bordo, denotano inoltre altre funzioni importanti da sceglere nei vari menu, come l'effetto zoom di quella determinata porzione di fondo, oppure l'allarme preselezionato in un certo interstadio d'acqua per rilevare la presenza di pesci, condizione che si rivela essenziale come nel caso della pesca dei tonni. Insomma, l'ecoscandaglio ad ultrasuoni è ancora oggi, più che mai, il fedele ed insostituibile compagno del pescatore; è quella scatola magica dall'occhio attento e vigile, sempre pronta per ogni avventura a lieto fine!

giovedì 12 febbraio 2015

Colmic combat trout

La canna Colmic combat trout è una canna realizzata per la pesca della trota nei torrenti. I particolari blocchi consentono di variare la lunghezza potendola allungare o accorciare per guidare l’esca dove desiderato. Ottima rigidità e affidabilità anche nella sua lunghezza massima. Il prezzo contenuto ne fanno un attrezzo ideale per chi si vuole cimentare in questa tecnica. 

venerdì 6 febbraio 2015

Rockfishing

Si tratta di una tecnica nata originariamente in Giappone, di recente importazione in Italia, che stressa il concetto della leggerezza nella pesca a spinning in mare. Apre le porte ad una differente strategia che punta alla cattura di piccoli predatori con canne leggere, mulinelli ridotti, diametri quasi capillari ed esche siliconiche di piccole dimensioni. Lo si può praticare tutto l’anno, di giorno e di notte, sia dalle scogliere rocciose che su sabbia, nei porti o in foce canale, con mare calmo o leggermente mosso. Sarete catapultati in un nuovo pianeta che vede protagonisti i piccoli pesci con i quali abbiamo preso confidenza da bambini, ovvero ghiozzi, bavose, scorfani, piccoli saraghi, orate di taglia mignon, piccole mormore. I filosofi del Light Rock Fishing affermano che non va considerato l’aspetto culinario della cattura quanto il valore intrinseco della preda. Sono totalmente d’accordo perché non mi aspetterei mai di cucinare uno scorfano di meno di un etto con le patate! Piuttosto guarderei la sua espressione, i colori, la vivacità, l’istinto che ha avuto nell’aggredire l’esca. Il catch & release di ogni preda è una prerogativa che rispetta il pesce e l’ambiente acquatico, anche perché spesso ci capiterà di catturare prede al di sotto dei limiti consentiti per legge (misure minime). Attenti a scorfani e tracine: capiterà di pescarli a light rock fishing, pertanto munitevi di pinzetta o un boca grip per slamarli (è una scelta personale – non sono contro il boca grip ma non lo preferisco)! Il pericolo di dolorose punture è sempre dietro l'angolo. Le attrezzature. Le aziende di settore propongono in catalogo canne, mulinelli, monofili e esche specifiche per il Light Rock Fishing. Esistono due varianti, conosciute come “mebaru game” (quello che tratteremo oggi, per la pesca di piccoli pesci) e “aijing game” (sgombri, sugarelli, spigole) e differiscono solo nel peso delle esche utilizzate. Per il Mebaru Game sono preferibili canne da Light Rock Fishing in due pezzi, con vettino pieno (solid tip) o in carbonio tubolare (hollow tip). La prima, con cima in carbonio pieno, è ottima per avvertire anche le più timide tocche dei pesci con bocca piccola e carattere meno aggressivo. La seconda, con la cima classica in carbonio che tutti conosciamo, è indicata per i pesci più aggressivi, che ingoiano l’esca con voracità. L’ideale sarebbe avere due canne da Light Rock Fishing, una per pesche di finèsse al ghiozzo, bavosa, tordo, sciarrano da azione 0,5/5 grammi, l’altra per una light “spinning” alla mormora o all’orata su fondali sabbiosi da 2/10 grammi. Il mulinello da abbinare andrà dal canonico taglia 1000 per fermarsi al 2500, con una bobina ampia e buona riserva di monofilo. Considerando che non faremo chissà quali recuperi, né lanci sostenuti, potremo puntare su una linea di prodotto medio-economica. Imbobineremo un nylon o fluorocarbon evitando il trecciato perché irrigidisce tutto il sistema. Il nylon è un giusto compromesso tra prezzo e prestazioni, mentre il fluorocarbon resta la scelta per i puristi che si adegueranno a diametri dello 0,18/0,23 . Le eche. Dedico un paragrafo a parte alle due categorie principali per praticare il Light Rock Fishing. Abbiamo le soft lures e hard lures. Per soft lures si intendono artificiali siliconici che imitano piccoli gamberetti, pesce foraggio, anguilline o vermi coreani. Ne esistono di tutti i tipi e di tutte le taglie, le colorazioni sono piuttosto appariscenti e spesso sono anche “glitterate” per favorire il riflesso in acqua. Le dimensioni sono davvero minime e partono dai 2,5 cm per arrivare ai 5 cm. Vanno innescate su teste piombate da 1 a 3 grammi con ami del n°8, a seconda delle esigenze di lancio e profondità da raggiungere. I pesci ritratti in foto sono stati pescati con diverse soluzioni di soft lures siliconiche dal colore bianco al fucsia, passando per l'imitazione di un coreano (sandworm). I colori bianchi sono preferibili in condizioni di acqua chiara mentre le varianti con gradazioni più forti danno il meglio di se' con moto ondoso medio, acqua torbida e condizione di luce incerta (tramonto e alba). Alcuni modelli sono capaci di illuminarsi al buio per via della fluorescenza dei materiali e vanno trattati con una luce ad alto potenziale o infrarossi. Ricordiamoci che questi piccoli pesciolini mangiano più per curiosità e istinto predatorio che per fame. Le esche da LRF sono quasi tutte inodore e non credo che un ghiozzo indifeso voglia sbranare un worm solo per assaggiare il sapore del silicone. Solo le Berkley Gulp Sandworm e le Marukyu Power Isome hanno la caratteristica di essere scented ovvero profumate. Sono conservate all’interno un sacchetto richiudibile al cui interno è presente una sostanza ricca di aminoacidi. Quando arrivano in acqua sprigionano fragranze che risvegliano l’istinto predatorio, quasi come un verme coreano. I puristi del LRF preferiscono le soft lures inodore ma non siamo obbligati a seguire gli estremismi. A noi piace pescare e sperimentare tutto, fuori dalle mode. Split shot rig, la mia montatura preferita. Dopo aver perso decine di teste piombate, costose ed economiche, talvolta anche autocostruite, ho valutato altre soluzioni. Girovagando nel web ho scoperto una montatura diversa dal solito che mi ha colpito per l'assoluta semplicità. Lo Split Shot Rig è composto da uno spezzone di 5/10 cm con un'amo sull'estremità e un piombino a 5/10 cm dall'amo stesso. Permette di pescare appoggiando l'esca sul fondo riducendo le possibilità di incaglio. Personalmente costruisco il terminale con un amo del n°10 tipo 6315 e quasi 10 cm di monofilo Berkley Vanish dello 0,18. Collego il terminale col filo madre attraverso un nodo di sangue e ci posiziono un pallino da 1,80/2,70 grammi.Le soft lures (o soft baits - che dir si voglia) dovranno essere animate con piccoli saltelli e improvvisi strattoni, sfruttando la posizione decentrata del piombino. Per pescare così leggero e avvertire le minime tocche dei pesci, impiego una canna Daiwa In-feet Rock Fish da 2,10 metri con potenza di lancio 1/7 grammi. In abbinamento utilizzo un mulinello Daiwa Theory 3000. Per coloro che sono alle prime armi col light rock fishing, sconsiglio investimenti così esosi. Imparate con qualcosa di più economico e, se ne avrete voglia, fate il salto di qualità. Lanci, recuperi e catture. La tecnica di pesca resta comunque ancorata ai principi base dello spinning. Si lancia, si recupera e si attende la tocca del pesce al passaggio dell’artificiale. Entrando nei particolari più tecnici, c’è da dire che il Light Rock Fishing avviene a stretto contatto col fondo (non sarebbe “rock” se lo facessimo in superficie) e la testa piombata si muoverà tra alghe, sabbia, melma e rocce. Il recupero sarà lento, a zig zag, con piccoli saltelli e jerkate per stimolare l’appetito dei predatori. Non fermatevi troppo nel recuperare perché il fondale è un’insidia (forse una nota dolente) e causa spesso la perdita delle teste piombate. Potrebbero nascondersi ostacoli sommersi costituiti da anfratti, corde, rottami e tutto ciò che il mare di oggi presenta per via dell’inquinamento. E’ importante spendere due parole per la ferrata: essa è il risultato di una forza impressa per recuperare l’esca e far si che l’amo penetri nella bocca del pesce. Va tenuta a mente l’azione della canna perché se questa è formata da una cima in carbonio tubolare dovremo essere più delicati, per evitare di strappare la bocca del pesce. Se invece è una due pezzi in carbonio pieno, allora siamo facilitati e possiamo anche commettere qualche leggerezza nei primi tempi in cui faremo pratica. Conclusioni. Abituarsi al pesce grosso è come arrivare ad un punto di non ritorno. Ho provato una strana sensazione nei primi giorni di light rock fishing. Mi sono chiesto se effettivamente valesse la pena spendere soldi ed energie in una pesca che punta alla riscoperta del pesce piccolo. Ero timoroso che dietro la novità Made in Japan vi fosse una logica commerciale quasi subliminale, fatta ad hoc per incrementare le vendite nel settore mare. Una serie di catture spericolate ha svoltato la mia filosofia. Non dimenticherò mai quel ghiozzo beccato sul più bello, lungo un canalone degradante, recuperato con un worm siliconico simile al coreano. Il sorriso della foto scattata dalla mia partner trasmette la mia soddisfazione per una sorpresa davvero inaspettata. Si trattava di un ghiozzo alla vigilia di Natale. Nulla di particolare, ma pescarlo a recupero aveva un sapore diverso! La carrellata di ricordi segue con l'emozionante combattimento di uno scorfano all'imbrunire, gonfiatosi quanto un pesce palla prima di uscire fuor d'acqua. Lo scorfano! Simpatico amico quasi sconosciuto alle classiche pesce al colpo che pratico tutto l'anno. In un caldo pomeriggio di fine agosto, invece, è stato il turno di due saraghetti catturati su un fondale misto roccia-sabbia con un Berkley Gulp e un Molix Virago. Chi l'avrebbe mai detto?! Due piccole prede capaci di sviluppare un reale istinto predatorio contro l'imitazione di un vermetto. Una soddisfazione dopo l'altra permetterà di cambiare anche il vostro modo di intendere l'acqua. Scoprirete veri e propri "acquari" in zone di mare apparentemente morte. Imparerete che il mare offre sempre qualcosa e spetta a noi apprezzare ciò che ci viene donato. Provate dapprima le soft baits più elementari, di colore bianco o marrone, per passare successivamente a quelle più articolate. Il comportamento dei pesci potrebbe cambiare di zona in zona, quindi evitate anche di fossilizzarvi su uniche tecniche di recupero ed alternate uno stile "morbido" a qualcosa di aggressivo! Torneremo a parlare di Light Rock Fishing molto presto. Ora diamoci da fare! 


sabato 31 gennaio 2015

Daiwa Caldia A


Destinato a far parlare di sé a lungo, il nuovo Caldia è figlio del progetto Certate ed infatti le caratteristiche fondamentali sono proprio le sue. Il corpo in Zaion, leggero e indeformabile, racchiude una meccanica perfetta, che grazie alla tecnologia Magsealed, avrà una durata virtualmente infinita. La frizione Ultimate Tournament Drag, abbinata al rullino guidafilo Twistbuster II, permette l’utilizzo di monofili e trecciati di diametro molto contenuto, offrendo quindi lanci extra-lunghi e combattimenti al cardiopalma. La bobina di ricambio, identica a quella in dotazione, offre la possibilità di variare il proprio approccio durante la fase di pesca.

• Corpo in Zaion;
• Rotore Air Rotor;
• Frizione Ultimate Tournament Drag;
• Corpo protetto da tecnologia Magsealed;
• Archetto Air Bail;
• Tecnologia Digigear II;
• Rullino guidafilo Twistbuster;
• 5 cuscinetti a sfera di cui 1 CRBB;
• Infinity Anti Reverse;
• Bobina ABS II di ultima generazione;
• Manovella monoblocco di alluminio.

 

mercoledì 28 gennaio 2015

Daiwa Ballistic ex

Daiwa Ballistic exErede dei Ballistic SH, il nuovo modelloil daiwa ballistic EX offre velocità e precisione con un look rinnovato in ogni dettaglio. La principale innovazione applicata agli EX è senza dubbio il Magsealed sul corpo, tecnologia che permette il suo uso in acqua dolce e salata garantendo una durata della meccanica praticamente eterna. Il corpo in Zaion offre leggerezza e resistenza indispensabili per pescare in totale comfort per molte ore, mentre la frizione UTD permette combattimenti al limite del carico di rottura della lenza madre. Ideali per lo spinning freshwater e saltwater, i Ballistic EX sapranno farsi apprezzaredagli appassionati del feeder e della Trota lago. 

CARATTERISTICHE TECNICHE
• Corpo in Zaion;
• Rotore Air Rotor;
• Frizione Ultimate Tournament Drag;
• Corpo protetto da tecnologia Magsealed;
• Archetto Air Bail;
• Tecnologia Digigear II;
• Rullino guidafilo Twistbuster;
• 9 cuscinetti a sfera di cui 1 CRBB;
• Infinity Anti Reverse;
• Bobina ABS II di ultima generazione;
• Manovella monoblocco di alluminio.

lunedì 26 gennaio 2015

Shimano Tyrnos stand up

Shimano ha una lunga storia  nella produzione di fantastiche canne da traina, drifting e stand-up, studiate non solo per vincere alcuni dei più potenti pesci pelagici al mondo come il Tonno Rosso, ma anche per rendere la pescata più divertente.
Fusti estremamente sottili e leggeri con energia da vendere, Shimano porta l'esperienza di pesca ai pesci più grandi al massimo livello.
Le tecniche e le condizioni di pesca sono in continua evoluzione e la pesca in stand-up è diventata sempre più popolare per i piccoli tonni.
Tyrnos Stand-Up risponde perfettamente a queste esigenze grazie ad una serie completa in due varianti: classica e long.
La serie classica è composta da 4 modelli da 1.68 metri di lunghezza, con potenze che variano dalla leggera 12-20 fino alla potente 50-80R.
La serie long è anch'essa composta da 4 modelli con lunghezza 180 cm e con due tipi di manici differenti.
Shimano Tyrnos

sabato 24 gennaio 2015

Traina alla Spigola con esche artificiali

Traina alla Spigola con esche artificiali
La Spigola è sicuramente una delle prede più ambite nella pesca in mare, sia per la prelibatezza delle sue carni, sia per le sue caratteristiche di comportamento che ne fanno una preda “difficile” un po’ per tutte le tecniche. Nella traina costiera la Spigola è considerata la “Regina” di questa tecnica (mentre lo scettro di “Re” spetta di diritto al Dentice) e le tattiche di pesca specializzate per questo serranide sono molto varie e prevedono sia l’impiego di esche naturali che artificiali. In questo articolo cercheremo di spiegare meglio le tecniche messe in atto con le seconde.
Innanzitutto alcune precisazioni sulla preda sono d’obbligo:
– La Spigola adulta può raggiungere i 12 kg di peso, ma la taglia media si aggira dai 700 gr ai 2 kg, con qualche sporadica eccezione sui 4-5 kg. Le tecniche con artificiali sono altamente selettive ed è rarissimo catturare prede inferiori ai 500 gr.
– La Spigola è strettamente gregaria nello stadio giovanile. Man mano perde questo carattere con l’aumento di età, ma non del tutto, preferendo qualche volta la compagnia di altri due o tre esemplari della stessa taglia. Questa caratteristica può permettere catture di più di un esemplare nella stessa zona.
– La Spigola è abbastanza ma mai eccessivamente combattiva. Di solito, dopo una prima reazione violenta, segue passivamente l’esca con cui è rimasta allamata ed oppone nuovamente una certa resistenza solo quando avvista lo scafo.
– Una delle più importanti caratteristiche della Spigola è l’imprevedibilità di comportamento: accade sovente che un giorno attacchi le nostre esche voracemente e senza tanti complimenti mentre, il giorno dopo, non ne voglia sapere assolutamente, nonostante le condizioni meteo-marine siano rimaste le stesse.
La Spigola è presente in tutti i bacini costieri della penisola e delle isole, su fondali che variano dal metro ai 50 metri. Ai fini della traina sono da scartare i fondali superiori ai 15 metri, a meno che non ci siano nelle immediate vicinanze formazioni naturali o artificiali che si avvicinino alla superficie, come secche, relitti, allevamenti di molluschi, ecc. Le nostre prede preferiscono principalmente le zone di scogli alternati a fango o sabbia, specie in prossimità di cospicui salti di profondità. Frequentano anche i manufatti costruiti con massi di cemento esposti verso il mare aperto, all’interno dei porti, nelle vicinanze delle foci di corsi più o meno grandi di acqua dolce, lungo le spiagge sabbiose o ghiaiose, i pontili protesi al largo, le grandi boe di segnalazione. I periodi più indicati per pescare la Spigola con questa tecnica sono la primavera e l’autunno. Un altro momento positivo si ha in inverno, quando si avvicinano alla costa esemplari anche molto grandi che, in periodi ristretti, possono attaccare con voracità le esche a traino. Per quanto riguarda gli orari, sono da preferire le prime ore del mattino, quelle di mezzogiorno e le ore prossime al tramonto; per la Spigola questo schema non è rigido e capita spessissimo di fare belle catture anche durante gli altri periodi della giornata. Per quanto riguarda l’imbarcazione adatta a questa tecnica c’è poco da dire: l’unica caratteristica indispensabile è che raggiunga la velocità di 4 nodi, che è poi la velocità a cui traineremo le nostre esche. Indispensabili sono anche i portacanna: almeno tre sistemati due sui lati della poppa ed uno al centro, in modo da poter filare due o tre lenze senza che esse si sovrappongano con inevitabili ingarbugliamenti. Se si pesca nell’immediato sottocosta è meglio non mettere in acqua più di due lenze poichè, visto che le manovre da compiere sono più frequenti, si hanno meno pensieri e minor possibilità di incaglio. Per la spigola si usano canne e mulinello di basso libraggio. Le canne, i mulinelli e le lenze dovrebbero essere di libraggio ridotto, senza scendere comunque sotto le 12 libbre. L’attrezzatura ideale è costituita da una canna da 20 libbre, un mulinello rotante di misura medio-piccola e lenza in bobina da 20 libbre che potrà arrivare a 30 libbre se trainiamo a profondità di 10-15 metri, a causa delle piombature più consistenti. Il terminale, lungo almeno una decina di metri, sarà costituito da un buon monofilo super dello 0.30 – 0.40. Per unirlo alla lenza madre, utilizzeremo una piccola girella, comunque dotata di cuscinetti, che eviterà torsioni eccessive della lenza. Le esche artificiali da impiegare sono limitate ai minnows dai 7 ai 20 cm e da cucchiaini ondulanti, di forma affusolata, dai 5 ai 12 cm. Gli altri artificiali, come piume, testine piombate, imitazioni varie sono più problematici e rendono meno con la Spigola. Per scegliere l’artificiale più adatto, mettiamo la barca a 4 nodi e filiamo fuori scia la lenza con il minnows o il cucchiaino ed osserviamo il suo comportamento: se lo vedremo ruotare su se stesso è da scartare; se invece si mantiene sotto la superficie e tende a guizzare a destra e a sinistra è l’artificiale che fa al caso nostro. Per quanto riguarda i modelli e le colorazioni, converrà usare minnows che meglio richiamano la mangianza del luogo: quindi grigio-argento che imita il Cefalo e lo zebrato azzurro o verde argento che imita lo Sgombro. Alternativamente, hanno buon successo il tipo “testa rossa” (rosso argento) e i recenti modelli con lavorazione a specchio. Per i cucchiaini non c’è altrettanta scelta e i modelli si riducono alle tre o quattro misure disponibili, preferendo sempre le forme allungate. Per far scendere le nostre esche alla profondità voluta, oltre ad utilizzare modelli affondanti, dovremo piombare diversamente le lenze, utilizzando uno dei consueti sistemi di affondamento utilizzati nella traina: affondatori idrodinamicipiombi sulla lenzapiombo guardiano, ecc. Viste le non elevate profondità di pesca, la piombatura sulla lenza è da consigliare, sia per la rapidità con cui è possibile variare tale piombatura sia perché, una volta allamato il pesce, è possibile rimuoverla lasciando al pescatore la possibilità di godere appieno della lotta con il pesce. E’ consigliabile utilizzare piombi a tortiglione o con altro sistema di sgancio rapido. Per determinare il peso adatto, dovremo considerare due parametri: la profondità da raggiungere e la distanza dalla poppa. La velocità, fissata a 4 nodi, sarà costante per questa tecnica. Indicativamente, filando le esche a 50 metri da poppa, esse affonderanno ad un metro con una piombatura di 100 gr e a 5,50 metri con un chilo di piombo. Su fondali molto bassi oppure che presentino continui dislivelli o rocce più alte è bene non pescare molto in profondità per evitare continui attacchi sul fondo degli artificiali.  Di seguito, diamo delle alternative adatte a sondare le fasce d’acqua più frequentate dalla Spigola, fornendone i parametri ideali dove, ovviamente, potrete variare tale misure per adeguarle alle caratteristiche proprie della zona di traina:
Fondali con meno di 5 metri di profondità:
Numero lenze: 2
Velocità: 4 nodi
Diametro lenza madre: 0.50 (30 lb.)
Diametro terminale: 0.30
Lunghezza terminali: il primo da 10 mt, il secondo da 12 mt
Distanza da poppa: la prima lenza a 50 metri con 150 gr, la seconda a 70 metri con 100 gr
Esche: prima lenza cucchiaino cm 7/11, seconda lenza minnows 9/11 cm affondante
Fondali da 5 a 8 metri di profondità:
Numero lenze: 2
Velocità: 4 nodi
Diametro lenza madre: 0.50 (30 lb.)
Diametro terminale: 0.35
Lunghezza terminali: il primo da 10 mt, il secondo da 13 mt
Distanza da poppa: la prima lenza a 50 metri con 300 gr, la seconda a 70 metri con 250 gr
Esche: prima lenza minnows cm 9/12 affondante, seconda lenza minnows 12 cm affondante
Fondali da 8 a 12 metri di profondità:
Numero lenze: 2
Velocità: 4 nodi
Diametro lenza madre: 0.50 (30 lb.)
Diametro terminale: 0.35
Lunghezza terminali: il primo da 12 mt, il secondo da 15 mt
Distanza da poppa: la prima lenza a 70 metri con 500 gr, la seconda a 90 metri con 650 gr
Esche: prima lenza minnows cm 9/12 affondante, seconda lenza minnows 14 cm affondante
In tutti i casi i piombi devono essere fissati ad almeno 15 metri dall’esca e mai sul terminale. In caso di profondità maggiori, aumentare in proporzione la distanza dalla poppa e la piombatura. Mentre per fondali molto bassi o particolarmente accidentati, conviene utilizzare il piombo guardiano, posizionato ad almeno 20 metri dall’esca. Quando vedremo il cimino della canna sussultare, vorrà dire che il piombo ha urtato un ostacolo e 5 o 6 giri di mulinello preserveranno l’esca da un sicuro incaglio. Se vedremo la punta della canna flettersi con un angolo minore di prima, vorrà dire che abbiamo perso la zavorra e va quindi recuperata per reintegrare la piombatura. Utilissimo per evitare incagli è l’ecoscandaglio acustico che regolato un paio di metri al di sopra della profondità di pesca, ci avviserà con il suo suono stridente che abbiamo appena superato un ostacolo che farà incagliare sul fondo l’artificiale; avremo quindi il tempo di agire per alzare l’esca quel tanto che basta a superare l’ostacolo. Il problema incaglio è una costante di questa tecnica e in caso di virate strette, rallentamenti o cambi di direzione, bisognerà recuperare le lenze di conseguenza, in modo da non far toccare il fondo agli artificiali. Questa condizione presuppone la presenza a bordo di almeno due persone, oltre al guidatore, altrimenti non sarà possibile filare in mare più di una sola lenza. Le esche viaggeranno a distanze variabili dai 30 ai 100 metri da poppa e per evitare inutili e dannose sovrapposizione sarà bene calare prima le lenze più lunghe e poi quelle più corte. Per salparle, anche in caso di ferrata del pesce, si opera al contrario recuperando prima le corte e poi le lunghe. Una volta filate le lenze, regoliamo il mulinello con il cicalino e la frizione tarata a circa un terzo del carico di rottura del terminale o, in maniera più empirica, dando uno strattone consistente alla lenza il cicalino deve attivarsi cedendo lenza. E’ bene non lasciare mai la frizione molto lenta, per evitare che anche il più sottile filo d’alga preso dal piombo, attivi il cicalino. Ogni 10 minuti circa, specialmente con mare sporco in scaduta, bisognerà controllare che sia il piombo che le esche non abbiano agganciato dello sporco (alghe o plastica), quindi ripulirle e filarle nuovamente. Molte volte, per questi piccoli dettagli, non si fanno catture anche se l’orario e la zona sono ideali per la Spigola. Appena sentiremo il cicalino, un pescatore prenderà in mano la canna interessata stabilendo il contatto con la preda. L’altro pescatore recupererà velocemente le altre lenze in mare e si preparerà per guadinare il pesce. A questo punto potremo rallentare la barca e manovrare per mettere a 90° la barca rispetto alla trazione del pesce. Come abbiamo già detto, la Spigola dopo la prima sfuriata, segue la direzione del recupero senza porre eccessiva resistenza. Appena i piombi saranno in vista, il secondo pescatore provvederà a liberarli dalla lenza, permettendo di recuperare con la canna anche gli ultimi fino alla girella. Se questa non passa dagli anelli della canna, bisognerà recuperare l’ultima decina di metri a mano, tirando con circospezione e aspettandosi la reazione del pesce, man mano che esso si avvicina alla barca. Cerchiamo già di valutare le dimensioni della preda e se non molto grossa, recupereremo gli ultimi metri con decisione fino a volare la preda a pozzetto. Se è di buona dimensione, conviene essere più circospetti ed essere pronti a cedere filo alla reazione della Spigola. Quando si metterà di fianco, con la bocca spalancata, sarà il momento di guadinarla con decisione. Il metodo migliore per non correre rischi inutili, è quello di posizionare il guadino dietro al pesce, mentre il pescatore cede la lenza necessaria a farlo entrare. Questo accorgimento eviterà che la rete del guadino possa agganciarsi all’ancoretta dell’artificiale compromettendo pericolosamente l’esito finale della cattura. Una volta in barca, fate attenzione a slamare la preda; il nome Spigola non è casuale! Infatti la nostra “spigolosa” amica presenta spine dorsali acuminate e opercoli molto taglienti ed è facile ferirsi proprio in questa operazione. Il sistema migliore è di infilarle un dito in bocca e premere con le altre dita sotto la mascella inferiore. Ciò farà spalancare la bocca alla spigola, immobilizzandola e permettendoci di slamarla, magari con una pinza, senza problemi. A questo punto la foto di rito è d’obbligo

mercoledì 21 gennaio 2015

Mulinelli Shimano, i materiali

TECNOLOGIA MULINELLI SHIMANO: I MATERIALI

Shimano è leader mondiale nella produzione di mulinelli, anche grazie ai materiali innovativi e di prima qualità che vengono utilizzati. La nostra tecnologia fa la differenza e deve essere protetta e contenuta all'interno di un corpo che ne garantisca la massima efficienza. I materiali utilizzati da Shimano per i corpi e i rotori dei suoi mulinelli sono 6 tipi diversi, dall'ultra-tecnologico Magnesio al classico XT-7, passando dagli innovativi Ci4 e Ci4+: andiamo a conoscerli uno per uno:
Aero technium MGS Ci4+

MAGENSIUM
AeroTechniumXSB_01
Shimano utilizza il magnesio per un selezionato numero di mulinelli ultraleggeri e di altissima qualità, quando la riduzione del peso è essenziale. 
L'utilizzo del magnesio offre una riduzione di peso di oltre il 10% rispetto all'alluminio
ALUMINIUM
Shimano utilizza l'alluminio in diverse forme per costruire mulinelli leggeri, corpi ultra resistenti e rotori per mulinelli dalla fascia media alla fascia alta. 
Il Diecast Aluminium è utilizzato in molti tipi di mulinelli ed è il materiale più comune sui corpi e rotori dei mulinelli a bobina fissa. E' anche utilizzato per le bobine dei mulinelli P4 e alcuni modelli da casting.
Il Cold Forged Aluminium è utilizzato per i mulinelli "rotondi", come i mulinelli da mosca, ed è usato soprattutto per la realizzazione di molte bobine. Un pezzo unico di alluminio forgiato a freddo che garantisce grande resistenza.
Il Machined Aluminium è utilizzato nei migliori mulinelli rotanti quando precisione, resistenza e leggerezza sono fattori determinanti.
I corpi ibridi sono prodotti dalla combinazione di alluminio e XT-7
XT-7
XT-7 è il materiale composito originale Shimano per i suoi mulinelli. Utilizzato su bobine e mulinelli di fascia media ed economici, XT-7 è affidabile, robusto e leggero.
XGT-7
XGT-7 è una versione migliorata del materiale Shimano di già provata fiducia denominato XT-7. Utilizzato su alcuni dei più moderni mulinelli di fascia media, XGT-7 è leggero e resistente
CI4
Ci4 è un materiale esclusivo creato dalla fusione di carbonio e poliammide. E' quasi tanto resistente quanto il metallo ma con un peso nettamente inferiore. Ci4 è utilizzato per il corpo e il rotore di molti mulinelli Shimano.
CI4+

Ci4+ è la versione avanzata del Ci4 originale. Questo materiale tecnologicamente avanzato è 2,5 volte più rigido del Ci4 es è utilizzato su molti tra i migliori mulinelli Shimano per ridurne il peso. L'uso del Ci4+ per il corpo e il rotore donano anche maggiore rigidità per una migliore efficienza del mulinello.

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